Al giro di boa i lavori della consensus SIP-SIPPS-SIAIP sulla “Prevenzione delle Allergie Alimentari e respiratorie: uno strumento per la pratica quotidiana”

 

Ad Ischia si discute di misure ambientali per acari e animali domestici, qualità dell’aria indoor e fumo passivo, allattamento e divezzamento, vitamina D, probiotici e prebiotici

 

Ischia, 2 settembre 2014. Acari e animali domestici, qualità dell’aria indoor e fumo passivo, allattamento e divezzamento, vitamina D, probiotici e prebiotici. Ma anche latti HA, eHF, alimenti funzionali, introduzione precoce in comunità e potenzialità di prevenzione nella popolazione pediatrica generale.

Sono questi gli argomenti dei quali si discute ad Ischia il 5 ed il 6 settembre prossimi. Nella prestigiosa cornice del Grand Hotel Excelsior, i pediatri della SIP, della SIPPS e della SIAIP si incontrano nell’ambito della quarta ed ultima riunione della Consensus, coordinata dal Presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, Dott. Giuseppe Di Mauro, e dal Presidente della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica, Dott. Roberto Bernardini. Gli esperti, riuniti per la prima volta a Firenze lo scorso 18 febbraio, presenteranno i documenti definitivi e le conclusioni condivise sugli argomenti della Consensus sulla “Prevenzione delle Allergie Alimentari e respiratorie: uno strumento per la pratica quotidiana”.

“La presente Consensus – spiega il Presidente della SIPPS, Dott. Di Mauro – è uno strumento di facile consultazione ed impiego per il pediatra nella pratica clinica, alla luce di una recente e rigorosa analisi della letteratura internazionale. Oggi il pediatra si trova di fronte all’offerta di numerosi presidi, alimenti funzionali, pro-e prebiotici, vitamina D, proposti per la prevenzione delle allergopatie ma che non possono essere acriticamente adottati, considerando anche il loro impatto economico per il paziente e per la società”.

 

 

 

“Il documento – aggiunge il Dott. Bernardini, Presidente SIAIP – distingue quali siano realmente i possibili interventi che possono essere adottati sulla base di studi di buona qualità pubblicati in letteratura per il lattante/bambino ad alto rischio di atopia da quelli per i quali i dati sono ancora insufficienti o decisamente non conclusivi per raccomandarne l’impiego. In altri casi il documento sottolinea “le linee grigie di intervento”.

“La Consensus – dichiara il Dott. Antonio Correra, delegato della Società Italiana di Pediatria –  propone una serie di “passi ragionati” per il pediatra su cosa fare e cosa non fare alla luce dei dati della letteratura e del giudizio degli esperti del panel multidisciplinare. La SIP è estremamente soddisfatta del lavoro svolto in sinergia dalle società a lei affiliate, un vero e proprio progetto di qualità dedicato ai bambini”.

Iniziata oltre cinquant’anni fa, la “prima ondata” delle malattie allergiche ha interessato prevalentemente le affezioni respiratorie, con un picco intorno agli anni 2000, che ha interessato soprattutto i paesi occidentali. In Italia è aumentata anche la prevalenza della rinite allergica nella popolazione generale. Una ricerca multicentrica condotta nel Settentrione nell’ambito della European Community Respiratory Health Survey (ECRHS) ha riportato una prevalenza pari al 18,5%, rivelando un incremento di oltre il 50% rispetto ad alcuni decenni fa, con importanti ripercussioni di ordine socio-economico.

L’analisi dei dati epidemiologici in età pediatrica ha dimostrato che, non solo la rinite allergica, ma anche l’asma bronchiale, rappresentano patologie in notevole incremento.

Per quanto riguarda i dati italiani, mediamente la prevalenza di rinocongiuntivite allergica registrata negli ultimi 12 mesi dello studio ISAAC si attesta sul 6.6% nella fascia 6-7 anni e su circa il 17.4% nella fascia 13-14 anni. Nello stesso periodo, i dati di prevalenza dell’asma nei bambini italiani sono del 8.4% nei bambini di 6-7 anni e del 9.5% negli adolescenti di 13-14. Diversi documenti scientifici hanno riconosciuto che la rinite ha effetti negativi sulle attività del paziente nella vita di tutti i giorni a casa, a scuola e sul lavoro.

Negli stessi Paesi in cui si è registrata l’epidemia respiratoria, quali Australia, Stati Uniti e Gran Bretagna, negli ultimi dieci anni è stata segnalata una “seconda ondata” di patologia allergica che, questa volta, ha riguardato particolarmente l’Allergia Alimentare (AA). Negli ultimi dieci anni sono stati effettuati numerosi studi che hanno valutato l’impatto dell’AA sulla qualità della vita dei pazienti. E’ dimostrato come tale patologia incida notevolmente sulla qualità della vita del bambino e della sua famiglia, oltre a determinare un’elevata ripercussione sui costi sanitari sia per il numero di visite ambulatoriali, che per gli accessi ripetuti nei reparti di emergenza.

Per tutte queste ragioni sono stati effettuati numerosi studi volti a valutare se sia realizzabile una prevenzione primaria delle malattie allergiche in bambini ad elevato rischio di svilupparle. La Consensus si pone dunque l’obiettivo di definire le evidenze riguardanti il reale impatto di interventi preventivi a differenti livelli, ambientali, comportamentali e nutrizionali, sulla incidenza delle allergopatie respiratorie ed alimentari.